UNICEF al rapporto

Il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia, dall’inglese UNICEF (United Nations International Children’s Emergency Fund, e dal 1953 United Nations Children’s Fund), è stato fondato nel 1946 per aiutare i bambini vittime della seconda guerra mondiale.

Ha la sede centrale a New York ma opera in 193 paesi in tutto il mondo, riceve fondi privati e dai governi e si occupa di assistenza umanitaria per bambini, ragazzi e ragazze, madri.

A metà febbraio 2024 è stato pubblicato dall’UNICEF il nuovo rapporto sulle condizioni di vita dei ragazzi UE: l’aumento della povertà, il deterioramento della salute mentale, l’abuso sessuale online e l’esposizione all’inquinamento sono le principali sfide che i giovani si trovano ad affrontare: più di un ragazzo su dieci sta clinicamente male e si riscontra un aumento del ricorso alla terapia.

L’assenza di prospettive future è una problematica che la gen Z vive più di ogni altra generazione e lo fa con estrema consapevolezza. Lo psicoterapeuta Matteo Lancini, presidente della Fondazione Minotauro, è stato chiaro: smettiamola di avere aspettative nei confronti dei giovani, come se ora toccasse a loro risolvere problemi sociali e climatici di decenni. Impegnamoci piuttosto sulla costruzione di relazioni concrete, che passino attraverso un ascolto autentico, capaci di lasciare spazio ai giovani per permettergli di “essere ciò che sono”, senza farli sentire in debito, in affanno, in corsa.

Lo sviluppo tecnologico inoltre gioca la sua parte: se crea da un lato molte opportunità, dall’altro ha sdoganato le relazioni virtuali, che colpiscono le capacità sociali di ragazzi e ragazze, diminuendole.

La mancanza di un’identità positiva di riferimento lascia il posto a quella negativa: “sono anoressica, sono bulimico, sono depressa”. L’approvazione attitudinale che si nasconde dietro il like dei social resta nella bolla virtuale a cui tutti aspirano e di cui non si ha la certezza della realtà.

Un senso di vuotezza e solitudine aleggia nei pensieri dei giovani, in forte contrasto con le problematiche reali dei paesi in cui vivono: tassi di povertà sempre più alti, cambiamenti climatici dannosi e non indifferenti, preoccupazioni alimentari per una dispersiva gestione agricola ed economica. (NdR)

Ecco perché l’UNICEF ha stilato una serie di raccomandazioni per i cittadini UE, che trovate sul sito ma che riportiamo qui:

  • Salvaguardare e accelerare i recenti progressi in materia di diritti dell’infanzia e dell’adolescenza e aumentare gli investimenti nei servizi essenziali per i bambini.
  • Rafforzare la governance per i bambini. L’impatto sui diritti dei minori e sulle generazioni future deve essere sistematicamente considerato in tutte le politiche e le leggi dell’UE. L’UE deve migliorare la sua base di dati con una nuova strategia di raccolta dati che includa i bambini.
  • Agire sui principali fattori che hanno un impatto sulla povertà dei bambini, compresa l’attuazione della Garanzia europea per l’infanzia in tutta l’UE.
  • Adottare una strategia globale pluriennale e multisettoriale per la salute mentale, dotata di costi e risorse.
  • Valutare l’impatto del Green New Deal sulla salute e sul benessere dei bambini per orientare la legislazione e le politiche ambientali.
  • Aggiornare e applicare la legislazione per promuovere l’uso sicuro delle tecnologie digitali da parte dei bambini, affrontare il divario digitale e promuovere le competenze digitali.

Teniamoci aggiornati e cerchiamo nel nostro piccolo di non perdere l’attenzione.

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