Libera gli alberi

Il mese scorso è stato approvato un emendamento che elimina il doppio vincolo paesaggistico previsto per alcune aree boschive italiane. Si trova all’interno del decreto “Asset 2023” ed è solo uno dei tanti punti affrontati. Alcune testate, in coda all’approvazione, neppure lo nominano. Cosa prevede questo emendamento e cosa vuol dire? 

In sostanza si acconsente a tagliare più alberi per incrementare la filiera del legno e per evitare l’importazione di pellet e biomassa legnosa da altri Paesi.

“Ma il problema è che nel nostro Paese se ne brucia troppa”, ha spiegato Valentina Venturi, portavoce del GUFI – Gruppo Unitario per le foreste italiane a Il Fatto Quotidiano nei giorni scorsi. “Ogni anno, nelle nostre case, se ne bruciano dai 3 ai 4 milioni di tonnellate, ma circa il 90% viene importato (…); proprio grazie al doppio vincolo la Soprintendenza per Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Siena, nel 2020, riuscì a fermare i progetti di taglio boschivo sul Monte Amiata”.

Quali sono dunque i rischi e i benefici di questa decisione? Nelle nostre pagine social abbiamo parlato spesso dell’importanza della convivenza uomo-natura, soprattutto del rispetto che questa convivenza prescinde. 

L’articolo 142 del Codice dei beni culturali e del paesaggio del 2004 tutela per legge quelle aree che in virtù di certe caratteristiche sono soggette al vincolo paesaggistico (exibart.it). Con questo decreto viene meno non solo la tutela, ma anche la garanzia di una biodiversità naturale, che contraddistingue i nostri paesaggi e la loro salvaguardia.

E come la mettiamo con il made in Italy? Siamo fieri delle nostre produzioni e del territorio che le rende possibili, ma se non ci sono vincoli, come possiamo lavorare bene nel rispetto di tutti questi processi?

La risposta è unica e non comprende solo questo settore, sollecita molte altre questioni che si infossano nell’annosa burocrazia italiana: il controllo. Un organo di controllo predisposto alla tutela nonostante l’eliminazione del doppio vincolo, potrebbe funzionare da ago della bilancia. 

Un organo di controllo che osservi il comportamento di norme ambivalenti e contraddittorie. Potrebbe essere una nuova job title per riempire la nostra rubrica mensile. E voi, che ne pensate?

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