Foglie al vento, di Aki Kaurismäki

Una Helsinki che non ti aspetti, un uomo e una donna, una storia di silenzi per scoprire l’amore.

Scena tratta dal film "Foglie al vento" di Aki Kaurismäki (2023)

Scena tratta dal film "Foglie al vento" di Aki Kaurismäki (2023)

– “Bella casa. Il letto è piuttosto stretto però”.
– “Che spiritoso che sei. Ma per uno è sufficiente. Me l’ha lasciata la mia madrina, l’ho dipinta da sola”.

Aki Kaurismäki torna in sala con Foglie al Vento, Premio della Giuria al Festival di Cannes 2023. Il film, ricco di citazioni a registi sacri da Godard a Bresson, riprende uno dei temi a lui cari che sembrava essersi concluso: il lavoro e il suo precariato.

Scena tratta dal film "Foglie al vento" di Aki Kaurismäki (2023)

Scena tratta dal film "Foglie al vento" di Aki Kaurismäki (2023)

Ansa e Holappa sono una commessa e un operaio, poi una cameriera e un disoccupato e ancora un’operaia e un alcolizzato; solo alla fine si scoprono essere una coppia. Per il resto del film assistiamo lentamente alla loro routine: dove vivono, cosa mangiano, come dormono e con chi escono. Il tutto cadenzato da giornate di lavoro che per quanto simili a loro stesse, si rivelano cambiare in base alle condizioni che la vita offre.

Inaspettatamente schietta, Ansa sa il fatto suo: una donna sicura e indipendente, che vive con lo stretto indispensabile e passa i tempi morti ad ascoltare gli aggiornamenti della guerra in Ucraina alla radio.

Holappa, sfacciato sul lavoro e con una bottiglia di alcol sempre a portata di mano, vive con altri operai dentro il vagone di un treno dismesso, ma custodisce una giacca buona e un pettine alla Bogart per riordinare i capelli, nonostante le crepe del suo specchio.

I due non sembrano avere un chiaro scopo nella vita e i parsimoniosi dialoghi del film non lasciano intendere niente di diverso da quello che sembra: alzarsi e viverla.

Che film noioso, vero? E invece no.

Anche se assistiamo a degli stereotipi di genere e di precariato (che comunque esistono), la storia narrata è un’altra: quella del mondo senza uno smartphone e senza possibilità di comunicare, se non grazie a un paziente ingegno nel cercare una persona cara.

Scena tratta dal film "Foglie al vento" di Aki Kaurismäki (2023)

Scena tratta dal film "Foglie al vento" di Aki Kaurismäki (2023)

Infine è un film sul riscatto, che vuol dire accoglienza del cambiamento; e poi ancora un film sull’amore che però non include il sesso. O forse lo includerà, in Foglie al Vento Due.

Scherzi a parte, la totale assenza di contatto fisico tra Ansa e Holappa sembra suggerire in realtà un disagio: quello del vivere l’altro. Ma il desiderio silente di prendersene cura prevale e lascia spazio a una poesia del conoscersi, fatta di silenzi e imprevisti, di attese e ritrovi, ma soprattutto di presenza.

Da vedere anche solo per provare (a ricordarci come si fa).

Voto da zero a dieci, otto.

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