Un collettivo informale di artisti attivo da venticinque anni, un’agenzia di comunicazione creativa e l’Accademia di Belle Arti di Venezia: tre realtà apparentemente distanti alla ricerca di un obiettivo comune, quello di dare forma e colore alla pittura intergenerazionale, per individuarne i linguaggi e interpretare i cambiamenti di una società in continua evoluzione.
Pensateci: perché visitiamo una mostra, andiamo al cinema oppure a un concerto?
Per sollievo, curiosità e infine per ricevere nuovi stimoli. Il primo motivo riguarda il tempo libero e il modo in cui ci discostiamo dalla realtà (a volte monotona, irritante, nevrotica). Il secondo motivo riguarda tutto quello che non siamo e che per la legge della fisica, ci attrae. In ultimo ricevere nuovi stimoli genera buon umore e innesca sorprendenti reazioni a catena che raggiungono picchi operativi degni di nota. Non trovate?
Dipingere è interpretare una parte di mondo che non esiste nella realtà tangibile, è dargli un colore e una luce possibile e infine una vita propria, quella negli occhi di chi guarda. Per questo la mostra ci ha affascinati, perché ha rinnovato il linguaggio pittorico creando mondi diversi.
Sì, ammettiamo di avere un debole per la scuola di pittura veneta, che detto in questi termini fa molto settecento, ma è così: l’Accademia di Belle Arti di Venezia porta avanti da anni una ricerca tra olio e tela che per quanto possa generare dei pattern stilistici, rinnova sempre quella contemplazione dello stupore nel percepire le nuove generazioni.
La mostra Antares non è una mostra di pittura comune, ma un insieme di menti creative che, dopo un workshop intensivo sui linguaggi del mezzo, applica la propria quotidianità sulla tela. Per questo all’ingresso troviamo il calendario dipinto a mano, con giorni e relativi impegni, di Pierluigi Scandiuzzi. Che sia davvero la sua agenda o quella di altri non importa, ci fa tornare però indietro nel tempo e obbliga a chiederci dove siamo o dove stiamo andando.
Mentre il granchio blu di Thomas Braida è una simbolica rappresentazione delle contraddizioni del nostro paese: le dimensioni della tela (e del granchio, sovradimensionato) sembrano suggerire la grandezza dell’indifferenza umana nell’innescare azioni nocive per il proprio ecosistema. Pittore attivo da almeno dieci anni, Braida mescola classicismo a contemporaneità, simboli e archetipi, per dipingere in modo irriverente e sottile cosa siamo.
La tela di William Rizzardi invece sembra recuperare i cieli di Piero Guccione e dilatare le atmosfere di Turner, per lasciare spazio alla pace dello sguardo e al rilassamento dei sensi, uno spazio in controtendenza alla vita moderna. Provare per credere.
Le figure umane che ospitano altri lavori, dalle piccole sculture di Valeria Pin, alle tele di Eleonora Rinaldi o Jacopo Zambello, proseguono la ricerca stilistica avviata da Iva Lulashi nel 2016, dove l’essere umano sembra privo di un peso specifico, ma carico di vibrazioni ingombranti che ne definiscono l’animo e l’atteggiamento. Una pittura ingombrante, densa e affascinante.
Antares ha chiuso il 5 Gennaio 2024, ma questo articolo ci serve per fare il punto e creare un hype su questi artisti, molti di loro davvero interessanti. Certo, non li abbiamo citati tutti, ma riportiamo di seguito l’elenco completo, solo a titolo informativo (e stimolativo).
Opere di:
Gaia Agostini, Maria Amendola, Alessandro Artini, Ariele Bacchetti, Elena Baggio, Corinne Ballarin, Giulia Maria Belli, Marina Benedetti, Greta Benetton, Benedetta Berti, Thomas Braida, Gabriel Enrique Briceno Bazo, Nuvola Camera, Arianna Carone, Lorenzo Carretta, Francesco Casati, Francesca Cason, Michele Cesaratto, Veronica Ceschia, Chiara Cescon, Weichao Chen, Alessio Chierzi, Oscar Contreras Rojas, Valeria Corsaro, Gloria Della Libera, Asya Dell’Omodarme, Tali Dello Strologo, Riccardo De Luca, Lorenzo Deluigi, Nebojša Despotović, Juliana Destefanis, Giorgio Di Lizia, Polina Dmytrenko, Najsa Dishnica, Jingge Dong, Nicola Facchini, Bruno Fantelli, Lorenzo Fasi, Greta Ferretti, Matilda Filiputti, Kishor Fiorin, Nicola Fraticelli, Anna Furlan, Leonardo Furlan, Gaia Gasparetto, Ketty Gobbo, Diego Jauregui, Bogdan Koshevoy, Elena Iommazzo, Amedeo Lombardi, Enrico Loquercio, Valentina Lora, Rebecca Loro, Matilde Lucini, Besnik Lushtaku, Flora Maffezzoli, Rovers Malaj, Giulia Malatesta, Giulio Malinverni, Sara Manfio, Anna Marzuttini, Marco Mello, Daniela Mereuta, Arianna Michetti, Alessandro Miotti, Francesca Miotto, Grazia Mori, Alice Moschetta, Gianpaolo Murtas, Guenda Nocentini, Emanuele Pagnanini, Sebastiano Pallavisini, Maddalena Pamio, Giulia Parisatto, Chiara Parolin, Anastasiya Parvanova, Aspasia Patrozou, Eliel David Pérez Matínez, Chiara Peručh, Elia Peruffo, Giada Pianon, Lorenzo Piazza, Francesca Pieropan, Valeria Pin, Beatrice Pistolesi, Giorgia Pirani, Isabella Ponte, Cristina Porro, Paolo Pretolani, Eleonora Rinaldi, William Rizzardi, Elisa Rossoni, Simone Rutigliano, Adelisa Selimbašić, Pierluigi Scandiuzzi, Marila Scartozzi, Bianca Francesca Serafin, Mattia Sinigaglia, Amor Smilović, Petra Stipanović, Irene Toniolo, Giordano Tricarico, Giovanna Trestini, Francesca Vacca, Aleksander Velišček, Elena Vettorello, Emma Vezzoli, Fabiano Vicentini, Tommaso Viccaro, Yufeng Wei, Zhao Wenliang, Steven Witzani, Zehui Xu, Jacopo Zambello, Francesco Zanatta, Simone Zanchin, Maria Giovanna Zanella, Federica Zanlucchi, Rebecca Zen