“Ti limiterai all’utilizzo di queste tre frasi: ‘che meraviglia’, ‘incantevole’ e ‘come fanno a rendere la sfoglia così croccante’, chiaro?”
Non vedevamo l’ora di tornare al cinema per vedere il nuovo film di Yorgos.
Abbiamo fatto la fila per l’ultimo spettacolo in anteprima, quello della mezzanotte, che poi è finito alle due passate. Chissà se è capitato anche a voi.
Bella Baxter è una donna giovane e svitata, lo si intuisce subito perché suona il pianoforte con i piedi e cammina senza piegare le ginocchia, con le gambe larghe e il corpo proteso in avanti. Ma “fa progressi” molto velocemente, come spiega God all’assistente Max e in pochissimo tempo parla invece di vocalizzare.
In realtà il suo cervello è quello del figlio, le è stato trapiantato in via del tutto sperimentale da God stesso, uno scienziato con la faccia ricucita, anche lui banco di prova del padre. Senza troppi spoiler narrativi, la particolarità di Bella e God è che non sembrano essere dotati di sentimenti.
Bella è una donna che scopre il suo corpo di scena in scena, ne ascolta l’evoluzione, si appassiona al sesso e capisce che le provoca un piacere irresistibile, si appassiona all’intelletto e comincia a studiare, sviluppando una memoria straordinaria. Nel frattempo viaggia per una Europa dei primi del novecento, fiabesca e straniante al tempo stesso, con persone caricaturali e posti esotici ed ipercromatici.
Un po’ Biancaneve e un po’ Frankenstein, il personaggio di Bella esprime tutto ciò che percepisce senza filtri, raccontando la realtà per quella che vede. Sopraffatta dal sesso perché le reca un piacere sublime, solo a film inoltrato conosce la sofferenza e insieme sviluppa una consapevolezza emotiva sinonimo di crescita personale.
Però, alla fine, dopo tutte le sue peripezie colorate e oniriche, Yorgos cosa davvero ci vuole dire? Eroi; Mentore, Guardiano della Soglia e Antieroe. I personaggi teorizzati da Vogler ci sono tutti e hanno anche il loro posto, fanno tutto quello che una narrazione richiede, eppure? Dov’è finito il terrore di The Lobster e l’ansia terrificante di Alps? Già da La Favorita, il regista greco ci racconta di personaggi fiabeschi ed estetici, che vivono in mondi surreali ed eccentrici. Niente più ansia, paura, claustrofobia. Il lato oscuro delle prime pellicole lascia spazio a un modo di vedere il mondo ironico e pop: no, niente più angoscia.
Noi non l’abbiamo presa benissimo. Certo, non è che volessimo proprio soffrire, ma quell’introspezione cupa, che scava nel profondo dell’animo e ti terrorizza non ci dispiaceva. Forse perché era meno retorica e più di pancia, anche se ci rimettevi il sonno.
Non stiamo dicendo che Povere Creature! non ci sia piaciuto, stiamo dicendo che è arrivato nelle sale in un momento in cui la rivoluzione di genere e culturale è sulla bocca di tutti, stiamo dicendo che incarna in pieno le aspettative di quanto si vuole vedere al cinema e che per questo è super riuscito. Però ecco, poche sorprese sullo schermo e non voleteci male per questo.
ps: il titolo in inglese è Poor Things, dove per “things” noi traduciamo “cosa”. Che siano le sue creature povere cose, anziché persone? Una chiave di lettura secondaria che però richiederebbe un nuovo articolo. Chissà…
Da vedere ma solo, vi prego, in lingua originale, perché la voce di Emma Stone è la cosa più bella di tutto il film. Sbrigatevi!
Voto da zero a dieci, sette.