– “È la mia festa e mio marito non vuole ballare con me.”
– “Ballo io con te.”
Il giovane regista Tomas ha appena finito di girare il suo film e dà una festa per distrarsi. Non sembra essere un tipo che si accontenta facilmente e come quando è sul set, pretende dalle persone con cui è in relazione una eccessiva comprensione.
Risultato? La storia con suo marito traballa, mentre una giovane ragazza sembra essergli irresistibile. Cosa combinerà il regista lunatico ed egocentrico?
Passages di Ira Sachs è un film sorprendentemente attuale, dove le priorità sfuggono di mano al protagonista che sembra rincorrerle una dopo l’altra tra le vie di Parigi, in sella alla sua bicicletta. Il corpo dell’attore Franz Rogowski si presta benissimo alla fluidità che il desiderio del suo personaggio richiede: indossa maglioni colorati o a rete, con tute morbide in cui è facile muoversi sinuosamente e grazie alle quali può sempre fuggire; sicuramente dalle sue responsabilità.
Aghate, (Adèle Exarchopoulos) l’insegnante di cui si infatua, è invece una donna passionale e innamorata, ma con i piedi ben saldi a terra: non appena le si paventa un triangolo ambiguo, dove intuisce un confinamento domestico ancora troppo radicato nella cultura e nella costruzione dello stato “famiglia”, fa baracca e burattini e molla il colpo.
Lui, Martin, il marito magro e fedele, paziente ma spesso arrabbiato, vorrebbe ma non può e tra l’insicurezza e l’incomprensione, riesce a prendere una decisione drastica da zero spoiler.
In sintesi quello che vediamo sullo schermo non ci piace, perché è lo specchio della confusione emotiva di molti giovani adulti in cerca di identità; che sia erotica o culturale.
Il ruolo dei valori anni ‘90 e di una famiglia da vecchio spot pubblicitario con cui siamo cresciuti è giocato dai genitori di lei, che durante un pranzo “di famiglia” riempiono Tomas di tutte quelle domande scomode che si sarà già fatto anche lui ma a cui non ha voglia di rispondere.
Insomma, niente di più vero quello che abbiamo davanti agli occhi: una generazione in fuga e quando non ha le forze, indecisa, tra pensare al proprio corpo e cercare di ascoltarlo al meglio o capire con il corpo che spazio occupare e insieme chi. Non è facile essere nei panni del cambiamento e noi che scriviamo, ci ritroviamo proprio nel mezzo.
Da vedere con una luce stroboscopica e una birra.
Voto da zero a dieci, otto.