Nel cercare spunti per le nostre rubriche, ci siamo imbattuti su un hashtag con meno di diecimila citazioni: #lavoraredacasa❤️.
La maggior parte dei contenuti visualizzati nel feed ritraggono donne con occhiali in spazi domestici, davanti al pc o con bambini in braccio. Ad alternare queste foto, diverse infografiche con lettering riferiti alla ricerca della felicità o alla quantità di stress quotidiano. E gli uomini?
Queste immagini ci hanno fatto riflettere, non tanto sulla condizione di smart working di cui abbiamo spesso parlato, quanto sulla percezione del lavorare e sul lavoro in generale: durante la pandemia e anche subito dopo, molte testate riportavano il conseguente calo dell’occupazione femminile. Basta dare un’occhiata al sito dell’Istat che già nel 2019 segnava dati poco rassicuranti su tutta l’Unione Europea: il 30% delle donne occupate lavorava part-time, contro il l’ 8% degli uomini; il tasso di disoccupazione era al 7% per le donne e al 6,4% per gli uomini, senza contare le posizioni manageriali ricoperte solo per un terzo da donne.
La situazione non migliora negli anni, anche se la presenza femminile in contesti di leadership sembra aumentare poco alla volta, così come la maggiore assunzione del genere nelle aziende. Tuttavia, secondo il Gender Policies Report 2022, la pubblicazione dell’Inapp (Istituto nazionale per l’analisi delle politiche pubbliche) che ogni anno monitora le differenze di genere nel mondo del lavoro, i numeri non sono rassicuranti.
“Le statistiche evidenziano che il divario uomo-donna resta immutato nel tempo e sempre sbilanciato sulla componente maschile, perché la partecipazione femminile è ancora oggi ostaggio di criticità strutturali: occupazione ridotta, prevalentemente precaria, part time e in settori a bassa remuneratività o poco strategici. Dunque, la situazione femminile, pur migliorata in termini assoluti, peggiora in termini relativi.” (Vito de Ceglia, repubblica.it – Febbraio 2023).
Nulla di nuovo insomma. Perché allora fare un post sull’oramai risaputa poco stabile condizione lavorativa femminile italiana? Torniamo al punto di partenza: #lavoraredacasa❤️.
Perché un cuore alla fine? Cosa si nasconde dietro la possibilità di lavorare da casa, seguita da un’emoji che simboleggia amore? Il potere dei social di nascondere timori, frustrazioni e problematiche sociali condivise è reale, stiamo attenti e quando possiamo, andiamo oltre.