“Sono venuto fin qui per inchinarmi davanti alle vittime, ai superstiti e chiedere scusa da parte dello Stato con umiltà e commozione. Ma anche per cercare, ove possibile, di riparare.” Sessant’anni fa il Presidente del Senato Pietro Grasso porgeva le scuse all’Italia per il disastro del Vajont, di quasi duemila vittime.
Le calamità naturali sono relativamente imprevedibili: l’intervento dell’uomo può contribuire – come nel caso del Vajont – ad alimentarne la portata. Ricordando i sessant’anni della tragedia del 1963, abbiamo dedicato la nostra scrittura a modelli di costruzioni sostenibili e riparatori, ideati per prendersi cura di chi resta, dopo tragedie di questo tipo.
Basta pensare al terremoto aquilano del 2009 o senza andare troppo avanti, all’alluvione che ha colpito l’Emilia Romagna lo scorso maggio. Il rapporto che abbiamo con la natura che ci circonda è controverso e contraddittorio. Ma può essere anche costruttivo, cooperativo.
© foto: Chiara Becattini
Nata nel secolo scorso con l’idea di fornire alloggi pubblici a numerosi abitanti, poi rivisitata negli anni ‘50 per immaginare uno spazio di villeggiatura democratico – una seconda casa accessibile – l’essential home torna grazie allo studio della Norman Foster Foundation e la multinazionale Holcim.
Presentata in estate durante la Biennale di Architettura a Venezia, la casa minima racconta di un modello abitativo evoluto per l’emergenza climatica e destinato a comunità sfollate, popolazioni in fuga dall’ignota tempestività naturale.
Con l’obiettivo di sostituirsi ai rifugi temporanei, in cui è sempre difficile stimare il periodo medio di permanenza, l’Essential Home vuole garantire sicurezza, oltre che essere un luogo confortevole, più che mai necessario per la salute psico fisica delle persone che vi abiteranno. “Un modello realizzato con soluzioni a basse emissioni di carbonio, efficienti dal punto di vista energetico e circolari.” (archiportale.com)
Essential House
Venezia / Italia / 2023