Signora, aspetta! Stai andando a Istanbul a cercare sua nipote? Perché io ho il suo indirizzo
Miglior regia nel 2024 per lo Scarabeo D’oro (Guldbagge) in Svezia, la storia di Levan Aki arriva in sordina come il resto della sua filmografia, non troppo distribuita in Italia. Eppure Crossing Istanbul è riuscito a insediarsi in qualche sala, raccontando un viaggio di scoperta e accettazione.

Una scena del film "Crossing Istanbul" di Levan Aki (2024)
È Istanbul a fare da sfondo: colorata, rumorosa, illuminata, ricca e povera. Una città viva e accogliente, cosmopolita. Ed è la città in cui si è rifugiata Tekla, una nipote trasgender di cui la famiglia si vergogna, ma anche la piange senza versare una lacrima.
Che la famiglia in questione sia poi la zia e un adolescente con cui Tekla si passava qualche spinello, non è rilevante. Quello che importa è la determinazione: Lia, insegnante in pensione, è risoluta nell’esaudire l’ultimo desiderio della madre di Tekla: trovala e riportala a casa, “nonostantetutto”.

Una scena del film "Crossing Istanbul" di Levan Aki (2024)
E così, da una cittadina sul mar Nero in Georgia fino a Istanbul, Lia non si dà per vinta: crede al ragazzo che dice di sapere dove sia, se lo trascina dietro perché almeno parla un po’ di arabo e ingelse e insieme partono verso la parte opposta della costa. Quando si viaggia la priorità è la meta e Tekla lo è dal primo minuto del film.
La narrazione intreccia poi quella di un’avvocata, attiva per i diritti trasgender, di lei Aki ci fa conoscere amori, amicizie, passato e passioni. Ce la racconta tra i pasti casuali di Lia e del ragazzo, prima e dopo le loro notti insonni. Fino a che il destino dello script non decide di farli conoscere. E qui abbiamo tirato un sospiro di sollievo. Però non possiamo proseguire nel racconto, dovrete farlo voi.
Crossing Istanbul ci è piaciuto perché dietro al viaggio si nasconde la maturazione del fallimento e una richiesta velata di perdono, che arriva alla fine come uno schiaffo.
La confessione di aver sbagliato e il bisogno di redenzione, grazie alla visita di un mondo diverso: nelle abitudini, nelle frenesie, nel desiderio di essere come si sente di essere.
Quando diciamo che non serve cambiare città per cambiare noi stessi, beh questa potrebbe essere l’eccezione alla regola.
Voto da zero a dieci, otto.

Una scena del film "Crossing Istanbul" di Levan Aki (2024)
