Esiste un concorso internazionale finanziato dal Fondo Lituano per la Cooperazione allo Sviluppo e l’Assistenza Umanitaria dal nome “Future School for Ukraine“.
Ha come obiettivo principale quello di ricostruire le scuole danneggiate dalla guerra ed è realizzato dalla Central Project Management Agency in collaborazione con l’Unione Lituana degli Architetti.
Dopo 1663 scuole danneggiate e 201 completamente distrutte durante il conflitto, è sacrosanto dare priorità ai luoghi di incontro e formazione per poter ripartire.
Vincitore del concorso è il progetto “New – Neighborhood for Educational Wonder” di Studio Scandurra, selezionato per rispondere alle esigenze di rapidità, efficienza ed economia: riduzione dei costi di produzione edilizi e poca rinuncia all’operatività imminente, abbiamo bisogno di recuperare il tempo perso a scappare.
Il progetto si fonda sui principi del Design for Disassembly e ha gli incastri perfetti di un meccano: elementi prefabbricati modulari, facilmente assemblabili, disassemblabili e trasportabili alleggeriscono costi e tempi di costruzione, limitando le emissioni di CO2. La costruzione in questo modo è anche facilmente replicabile, non solo per la praticità in cui è assemblata, ma anche per la sua versatilità: ogni edificio si adatta facilmente al luogo in cui è previsto e lo fa rispettando il contesto circostante.
L’involucro prevede una struttura intelaiata e pannelli di tamponamento stratificati in legno e cemento altamente isolanti. Esternamente, facciate verdi integrano aggregati minerali riciclati e recuperati, in omaggio ai valori dell’economia circolare e come reinterpretazione catartica delle rovine della guerra. (domusweb.it)
Il prototipo presentato prevede 10.000 metri quadrati di spazi ricreativi e comunitari, dove si incoraggia lo scambio collettivo e la vicinanza, dove le ore in classe non sono la priorità, ma una delle molte attività di studio sollecitate.
“Le scuole non sono solo luoghi di apprendimento. Possono essere spazi accoglienti, persino rifugi che offrono assistenza, aiuto, supporto psicologico e medico. Nei contesti di conflitto, questo diventa ancora più urgente. L’architettura deve rispondere in modo rapido ed efficace, trasformando la vulnerabilità in un’opportunità di rinascita”.
Queste le parole dell’architetto Alessandro Scandurra, fondatore dello studio omonimo che ha vinto il progetto insieme con Mykhailo Vustianskyi e rilasciate per Domus a Chiara Testoni, da cui abbiamo estrapolate l’estratto.
Non ci resta dunque che seguirli da lontano, sperando di vedere presto i modelli proposti prendere forma.