“Ogni anno, dopo le bufere di neve del pieno inverno, arriva una notte di disgelo in cui si riesce a udire il tintinnio delle gocce d’acqua che cadono sulla terra. Questo porta strani turbamenti, non solo nelle creature addormentate, ma anche in quelle in letargo sin dall’inizio dell’inverno.
La moffetta ibernata, raggomitolata nelle profondità della sua tana, si srotola e si avventura furtiva verso il mondo umido, trascinando il ventre sulla neve. La sua traccia segna uno dei primi eventi databili in quel ciclo di inizi ed epiloghi che siamo soliti chiamare anno. (…)
Come il vento e i tramonti, la natura selvaggia è stata sempre data per scontata, finché il progresso non ha iniziato la sua opera di devastazione.”
“Oggi ci troviamo posti di fronte alla questione se un più elevato tenore di vita possa compensare la scomparsa di tutto ciò che è naturale, libero e selvaggio.”
Può?
Le parole che avete letto sono tratte dal libro “A Sand County Almanac” di un ecologo statunitense, Aldo Leopold. Del 1949 il testo racconta la convivenza dell’uomo con la natura e quanto la sua evoluzione nel tempo e nello spazio incida negativamente con l’essenza della natura stessa. Il libro è un inno alla terra e un primo chiaro campanello d’allarme.
Le tematiche di cui tratta sono fortemente attuali, non è un caso che siano entrate a far parte di un programma culturale diffuso promosso dalla GAMeC di Bergamo, che coinvolge spazi museali e territori della provincia.
Diversi gli artisti coinvolti: Sonia Boyce, Mercedes Azpilicueta, Chiara Gambirasio, Lin May Saeed e Studio Ossidiana in collaborazione con Frantoio Sociale sono i primi artisti protagonisti del biennio 2024-2025, impegnati a Bergamo, Castione della Presolana, Dalmine e Brembate.
Con attitudini artistiche differenti, i loro interventi riflettono sui temi della sostenibilità e della collettività e lo fanno non solo attraverso interventi site-specific, ma anche grazie a una ricognizione editoriale pubblicata sul sito pensarecomeunamontagna.gamec.it, ricca di testi critici, reportage e contributi audiovisivi.
Non è la prima volta che l’arte contemporanea si concentra su tematiche ecologiche e movimenti antropologici annessi. Lo abbiamo visto un anno fa con la collettiva “Everybody talks about the weather” alla Fondazione Prada: abbiamo bisogno di dare risposte alternative all’incertezza dei governi, ma prima ancora abbiamo bisogno di sottolineare e analizzare in che stato si trova il mondo in cui viviamo.
Pensare come una montagna è l’opportunità di andare oltre, di dare all’arte un potere sociologico e insieme critico e per usare le parole di Claudia Ferrazzi, farlo con un pas de côté, espressione che in francese vuol dire guardare da una certa distanza e in modo rinnovato la nostra relazione alla natura e alla collettività grazie al punto di vista e ai processi artistici. (…)”.
Fino al 22 Settembre 2024
GAMeC, Bergamo e luoghi vari