Le luminarie

Tornano sempre.

Regno dei fiori: nido cosmico di tutte le anime. Photo Loris Olivieri

Come ogni anno da fine novembre e fino alla Befana, città e comuni di tutto il mondo brillano.

D’oro, d’argento, verde, rosso; stelle cadenti, pupazzi di neve, alberi o palle di natale: le luminarie tracciano da sempre silhouette di palazzi e balconi e collegano gli edifici delle vie principali incontrandosi al centro, in una luce calda e confortante.

Nonostante la loro ricorrenza, ogni anno sono sempre diverse e ogni anno sempre belle.

Di fatto si tratta del più grande intervento di light design che un comune è in grado di sperimentare e garantire ai propri cittadini.

Le luminarie hanno origini antiche e si diffondono principalmente in paesi cristiani. Simbolo di rispettosa devozione religiosa, hanno rappresentato la luce divina, che illumina Dio, ma anche il mondo da lui creato. Però non nascono per le festività natalizie.

Le prime luminarie sono dedicate ai santi che, prima ancora dell’energia elettrica, venivano celebrati con l’uso delle candele, certamente più suggestive ma molto pericolose.

Patroni e Madonne hanno preceduto il Natale e tutt’ora hanno il primato su questo tradizionale light design urbano.

In Italia hanno avuto larga diffusione a partire dal XVI secolo, soprattutto nel Sud. È incredibile come sia potente l’energia di queste celebrazioni: chiunque partecipi si sente parte di qualcosa, unito nel calore di una presenza vitale che riguarda tutti e tutte.

Ma quando abbiamo iniziato a illuminare alberi e strade per festeggiare il periodo natalizio?

Milano, luci di Natale (2018)

Esiste una fantastica storia che abbiamo scoperto grazie al blog di Myriam ed è legata a Martin Lutero.

Secondo la leggenda, Lutero, passeggiando in un bosco innevato durante la notte di Natale, fu colpito dalla magia della luce della luna che si rifrangeva da rami e alberi spogli per via del ghiaccio. Pensò così di riprodurre quella luce anche sui rami degli alberi intorno alle case durante le feste, usando semplicemente la luce delle candele.

Da Lutero in poi e anche senza bisogno di ricorrere alle legende, moltissimi artisti hanno utilizzato la luce nei loro lavori per diffondere un messaggio spirituale, di vita e accoglienza, non necessariamente legato alla religione.

Noi. Photo Roberta Rogina

È il caso del progetto “Luci d’artista per la pace” del 2023 a Roma, dove cinque piazze romane hanno convissuto con installazioni luminose di cinque artisti: Mimmo Paladino, Pietro Ruffo, Marinella Senatore, Marco Tirelli e Fulvio Caldarelli.

Famosa anche la rassegna “Luci d’artista” torinese, che a partire da ottobre e fino a metà gennaio illumina palazzi e cortili invitando progetti di artisti contemporanei. Quest’anno è giunta alla ventisettesima edizione ed è ormai un appuntamento fisso.

Certo, non tutte le città hanno queste pretese e per ritornare nel nostro piccolo, ogni volta che guardiamo le linee di luce cadere dagli alberi di viale Cesare Battisti per raggiungere la Villa Reale di Monza, ci fermiamo un attimo in contemplazione.

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