Bologna è la città del disegno. Alla sua storica fiera dell’illustrazione per l’infanzia, dedicata ad artisti ed editori e dalla veste più istituzionale, si aggiunge quella del fumetto a cura dell’associazione Hamelin.
Un tempo si chiamava Bil Bol Bul, dal 2023 diventa “A occhi aperti”. Cosa cambia? Una veste nuova e la voglia di raggiungere autori più lontani, più nascosti, che in Italia faticano a trovarsi.
È il caso di Dominique Goblet, artista belga che per la prima volta porta i suoi disegni e la sua storia a Bologna; talmente prima che delle opere esposte per la mostra “Costellazioni” non esiste nessun fumetto tradotto in italiano. Solo Sigaretten Edizioni Grafiche in occasione del festival ha raccolto alcune tavole esposte, quindi un’intervista inedita e ne ha fatto un libro – bellissimo.
Per il resto abbiamo scoperto che Dominique è nata nel 1967 e ha una carriera attiva non solo da fumettista, ma anche da artista visiva e scultrice, con mostre importanti a Parigi e a Basilea. Pioniera del fumetto sperimentale contemporaneo, la vediamo rivelarsi in mostra, tavola dopo tavola, mentre espone i suoi primi lavori autobiografici per poi lasciarci addentrare in un progetto ancora in fieri; che guarda al paesaggio moderno con toni acidi e campi pieni, con boschi in bianco e nero talmente lucidi da sembrare fotografie.
La sua rivoluzione è nella densità di scrittura e segno, nella vulnerabilità dei personaggi sia maschili che femminili che animano le storie:
tensione e dramma, stupore e ironia in un mondo di segni che nascono con un intento autobiografico ma si aprono all’interpretazione di chi li fruisce, pur non comprendendo il francese.
I progetti esposti raccontano gran parte della sua vita artistica e sono così differenti che sembrano appartenere a più mani. Uno dei tratti distintivi del suo lavoro è proprio l’approccio “laterale” al disegno: per ogni nuovo progetto sceglie una tecnica e una forma diverse. Nucleo fondamentale della mostra però è anche quello tematico del festival: il corpo e il paesaggio.
Che siano donne dalla vita sproporzionata, infanti con la testa grande e le guance rosse, o uomini alticci e alterati; che siano prati, onde o boschi, ogni corpo è paesaggio di emozioni e viceversa. Anche la scrittura nelle tavole dei fumetti è parte integrante del disegno: lettere grandi, piccole, intere frasi che circondano i personaggi, li incorporano. “La scrittura è un’immagine grafica, anche quando si decide di renderla il più neutra possibile. Allo stesso tempo, l’immagine è scrittura: si può raccontare una storia intera senza usare nemmeno una parola” (D. G., Sigaretten, 2024) e camminare nell’ex Chiesa di San Mattia, addentrandosi tra le luci e i lavori esposti, sembra proprio ascoltare il racconto delle sue immagini.
Fino al 15 dicembre 2025
Ex Chiesa di San Mattia
Via Sant’Isaia, 14, Bologna