Visitare la mostra “David Weiss. Il sogno di Casa Aprile” al MASI ci ha fatto riflettere su quanto un luogo possa trasformarsi in un catalizzatore creativo quando trova le persone giuste.
Casa Aprile, situata sui pendii di Carona, nel Canton Ticino, tra il 1968 e il 1978, non era soltanto una dimora: era un organismo vivente, un punto di incontro in cui arte, poesia, fotografia e amicizia si intrecciavano in un esperimento di vita collettiva, dove il quotidiano diventava materiale creativo e la convivenza stessa un gesto artistico.
Attraverso il percorso espositivo, curato da Tobia Bezzola e Virginia Marano in collaborazione con The Estate of David Weiss, ci avviciniamo alla storia della vivace comunità artistica che gravitava attorno a Weiss, proponendo un’ampia selezione di opere e materiali d’archivio: disegni, acquerelli, fotografie, registrazioni sonore, video e pubblicazioni dell’epoca, capaci di restituire la straordinaria vitalità di Casa Aprile.

David Weiss. Il sogno di Casa Aprile. Carona 1968–1978. Veduta dell'allestimento. MASI Lugano, Svizzera. Foto Alfio Tommasini
Sala dopo sala, possiamo percepire la traccia di una comunità che non si limitava a condividere spazi fisici, ma un modo di guardare e reinterpretare il mondo. Attorno a Weiss si riunivano figure come Esther Altorfer, Anton Bruhin, Matthias Jenny, Urs Lüthi, Penelope Margaret Mackworth-Praed, Iwan Schumacher, Peter Schweri e Willy Spiller, ognuno portatore di una sensibilità unica, capace di alimentare un laboratorio creativo collettivo.
Le fotografie di Spiller catturano la vita sospesa di Carona, le registrazioni di Bruhin trasmettono rumori e atmosfere ancora vibranti, mentre i taccuini e gli schizzi di Weiss, dalle prime immagini surreali alle metamorfosi grafiche dei Regenbüchlein, mostrano un immaginario in fermento, nutritosi proprio di quel contesto condiviso.

David Weiss, Senza titolo (1975) - Courtesy The Estate of David Weiss and Galerie Eva Presenhuber, Zurich/Vienna
La mostra mette in luce anche le collaborazioni di Weiss con altri protagonisti dell’arte contemporanea svizzera e internazionale, come Urs Lüthi e Iwan Schumacher, sottolineando come Casa Aprile fosse un crocevia di incontri, scambi e sperimentazioni artistiche. Qui, ogni gesto, ogni confronto e ogni opera diventava parte di un dialogo più ampio, un mosaico in cui individualità e collettività si mescolavano senza perdere la propria identità.
Ci siamo ritrovati a riflettere su quante volte nella nostra esperienza personale la vicinanza a persone creative abbia stimolato percorsi inattesi. Non è solo la presenza fisica, ma la condivisione di un ritmo quotidiano, di conversazioni, di gesti e di silenzi che alimenta l’immaginazione e invita a spingersi oltre i propri confini. Una stanza, un giardino, una piazza diventano allora simbolo di ciò che può nascere quando le energie individuali si intrecciano senza forzature.
Ogni spazio in cui idee e sensibilità diverse si incontrano ha il potenziale di diventare incubatore creativo.
La lezione di Casa Aprile è che la creatività non nasce isolata: prospera dove c’è scambio, confronto, e una certa apertura a lasciarsi contaminare dalle idee altrui.
Uscendo dal MASI, rimane impressa la consapevolezza che il fulcro della mostra non è solo l’opera di Weiss, ma l’energia di quella comunità che ha saputo trasformare il vivere insieme in un atto creativo. Casa Aprile ci ricorda che certi luoghi non si limitano a ospitare: generano, nutrono, cambiano chi li attraversa e continuano a farlo anche a distanza di decenni.
E se fossero proprio i luoghi che abitiamo ogni giorno a custodire, silenziosamente, la possibilità di una rivoluzione creativa?
Fino al 1° febbraio 2026
MASI Lugano
Museo d’arte della Svizzera italiana
via Canova 10, 6900 Lugano

David Weiss. Il sogno di Casa Aprile. Carona 1968–1978. Veduta dell'allestimento. MASI Lugano, Svizzera. Foto Alfio Tommasini
